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Chiesa Parrocchiale di San Dalmazzo (Sec. XVII)

Chiese - Oratori


Descrizione

Attuale parrocchiale, associò verso la metà del '600 la titolazione a San Dalmazzo, antica parrocchiale posta sul valico tra le valli Biegio e di Priocca . Posta nel concentrico, a sud-ovest del castello, risulta già esistente a metà del '500. A due navate, col campanile che si innesta sulla navata minore, viene ricostruita e ultimata nel 1756.
Nel registro della Chiesa d'Asti del 1345, l'ecclesia de Castro Aynaldo (ossia l'antica parrocchiale scomparsa), era compresa nella giurisdizione della plebs de Vicia (Vezza), ma da tempo le funzioni si svolgevano nell'oratorio posto nella villa (sul sito dell'attuale parrocchiale), che fino a tutto il '600 restò intitolato ai Santi Sebastiano e Fabiano.
Nell'oratorio della villa nel 1427 i capi di casa prestano fedeltà ai Damiano, nuovi consignori del luogo, e nel 1449 vi ha luogo una transazione tra i fratelli Daniele e Giovanni Malabaila. La visita apostolica nel 1585 di mons. Angelo Peruzzi vescovo di Sarsina attesta che vi si esercita la cura d'anime già spettante all'antica San Dalmazzo. Metà della chiesa è in ordine, l'altra metà non ha volta in muratura onde viene ordinato di costruirvi il fornice. Vi sono in tutto due altari. Nel '600 il sacro edificio viene ricostruito ( ricavando anche le camere tombali sotto il pavimento ), ma i Malabaila lamentano che non sia fatto altrettanto per la tribuna alla quale essi hanno diritto. Tra il 1629 e il 1638 hanno luogo consistenti lavori di ristrutturazione, in quanto la chiesa "minaccia rovina".
Tra il 1659 e il 1660 avviene la ricostruzione della muraglia che sostiene la chiesa ad opera dei mastri Cristiano e Topino. Tra il 1666 e il 1667 viene ricostruito il campanile (che porta tre campane) a causa di uno smottamento del pendio. Nel 1733 la chiesa necessita di una nuova sottomurazione e di un risanamento della rittana che divide la chiesa dal sovrastante palazzo dei Malabaila, la quale causa umidità agli altari di Sant'Anna e di Sant'Antonio.
Nello Stato dei Beni delle Chiese della Diocesi di Asti del 1742 vi si descrive la chiesa a due navate: la più grande con coro, altar maggiore, due altari laterali, pulpito e porta grande; la minore con l'altare del Rosario, la porta laterale, il battistero ed il campanile.
Un altare laterale è dedicato a San Francesco Saverio e l'altro a Sant'Antonio da Padova. La relazione del parroco di Castellinaldo offre un quadro negativo della situazione della chiesa riferendo fra l'altro che è "...piccola ed angusta a riguardo del popolo non potendone capire che alquanto più de due terzi del medemo, come pure è situata in un posto poco sicuro... Sono bensì imbiancate (le pareti) ma molto affumicate ed annerite dal fumo del forno della Comunità...".

Nel 1752 la Comunità ne decide la ricostruzione, in quanto la chiesa è angustissima e pericolante e tra il 1753 ed il 1756 avviene la ricostruzione del sacro edificio e viene spostato il forno della Comunità. L'anno seguente una frana adiacente alla rittana danneggia la chiesa appena ricostruita. Del 1766 è la costruzione di altare e balaustra con marmi di Valdieri.

La parrocchiale viene consacrata nel 1768 dal vescovo di Asti mons. Paolo Maurizio Caissotti. Nel 1776 avviene la sopraelevazione del campanile che, tra il 1778 e il 1781, per problemi al muraglione di sostegno della chiesa e del cimitero deve essere ricostruito. Ai lavori sono presenti i mastri luganesi Carlo Trivelli e Bernardo Guggia. Nel 1873 viene collocato il nuovo organo da parte degli organari Alessandro, Giuseppe II e Cesare Collino.

Modalita di Accesso

Accesso libero

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Dove

Via Marconi - 12050

Contatti

Pagina aggiornata il 25/09/2023 17:04:00

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